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Nell’articolo precedente, “La storia di un panino”, abbiamo visto in che termini la fiducia giochi un ruolo così fondamentale da essere alla base di tutto. Se la fiducia rappresenta dunque la base su cui costruire un team funzionale, potremmo considerarla la chiglia della nostra nuova barca che abbiamo deciso di costruire: la chiglia è l’elemento portante di tutto quello che verrà dopo, e sopra. Le ordinate rappresentato un altro baluardo strutturale che, poggiandosi sulla chiglia e insieme alla chiglia formano quello che terrà insieme tutto il resto. Ma cosa fa la parte delle ordinate in un Team funzionale?
L’esperienza della scorsa estate alla Scuola Vela è evoluta in un progetto più consistente e interessante, e ha richiesto (e richiede) un lavoro strutturale e strategico più importante di quanto non sia stato la mera attività di insegnamento della Vela. E’ bello trovare un gruppo di persone che condivide il piacere di iniziare e tracciare un percorso di miglioramento, con un fine superiore legato allo sviluppo e alla promozione sportiva, e destinato alla formazione e alla crescita di giovani appassionati.
Non è solo però un’evoluzione di intenti e di programmi, ma è un’evoluzione anche del modo di approcciare il nuovo percorso. Così un gruppo di persone che fino a qualche settimana fa ha lavorato per fare delle cose sta diventando un team: la differenza principale tra un gruppo di persone che fa delle cose e un Team si trova principalmente nella condivisione di una Visione e di valori e, nella pratica, nell’aver costruito una consolidata base di fiducia.
Sembra un paradosso, ma la fiducia consolidata non porta in realtà all’esclusione di discussioni e confronti, e eventualmente di piccoli contrasti: la fiducia porta invece ad ottenere il massimo passando attraverso una discussione o un conflitto, perché la fiducia porta trasparenza. E sicuramente ci sono stati incontri o riunioni in cui confronti aperti e anche critici hanno caratterizzato alcune discussioni, senza minare il risultato. Infatti è proprio la “paura del conflitto” a essere ritenuta una delle basilari cause in un Team disfunzionale, ed è un pericolo incombente a cui occorre fare sempre attenzione.
Uno dei rischi più frequenti che deriva dalla “paura del conflitto” è finire da un’altra parte rispetto alla visione condivisa (andare dove vuole un singolo), o ancor più grave finire dove nessuno voleva andare. Vale la pena di leggere il “Paradosso di Abilene”, che descrive in maniera semplice e quasi divertente cosa succede se abbiamo paura di esprimere la nostra opinione. Il fenomeno interessante è che se il confronto, il conflitto e il contrasto sono trasparenti, diventano un processo positivo e costruttivo; per essere trasparenti serve la fiducia, che fa da collante e soprattutto ci fa valutare con criticità ma senza esclusione quello che ci viene esposto da un altro “individuo”.
Se non vogliamo andare tutti ad Abilene, ricordiamoci di esprimere sempre la nostra opinione e di ascoltare quella degli altri: essere un team non vuol dire accettare passivamente quello che viene proposto per evitare un contrasto, significa portare criticità e obiettività nel perseguire la Visione restando nell’ambito dei valori che contraddistinguono quel Team.
Ora possiamo attaccare le ordinate alla chiglia del nostro scafo, e procedere con il resto delle strutture, e se proseguiremo nel buon lavoro fatto finora, saremo sicuri che quando sarà il momento potremo affrontare navigazioni anche molto dure.
Leggete “The 5 Dysfunctions of a Team” di Patrick Lencioni (è un buon approfondimento di questo tema) e “Legacy” di James Kerr (pieno di spunti sui legami in un team)
Altri articoli su teamwork e leadership: “La storia di un panino” e “A story from this summer”
Un pensiero riguardo “Costruire una barca senza andare ad Abilene”