Una scappata a Parigi, un breve week-end, lungo un attimo guardando l’orologio che scandisce la vita, lungo abbastanza, guardando il mio cuore che chiede il suo Tempo (e il suo Spazio) per mettere a posto i tasselli del mio mosaico. Lungo solo abbastanza perché domenica era una giornata talmente bella, talmente libera, talmente facile che andar via prima del tramonto è stata una fatica.
Non era una domenica come tante, e non solo per il cielo azzurro come lo disegnerebbe un bambino, o per il sole che intiepidiva l’aria autunnale facendo sfilare a tutti il cappotto infilato il giorno prima, o per l’erba ancora umida dalla notte che accoglieva persone in cerca di pace con la baguette sotto al braccio pronte per un fugace pranzo all’aperto.
Era una domenica dedicata ai piedi: 27 Septembre, Paris sans voitures. Tutto il centro da les Champs Elyseés a la Bastille, da la Rive Gauche a la Droite, tutto il centro senza auto (o meglio, solo mezzi pubblici nelle vie principali e niente in quelle secondarie) e quindi tutti a piedi o in bici o in monopattino o (i più pigri, o i più curiosi) sui quei biruote elettrici col manico che sembrano un po’ degli aspirapolvere.
Tra tutta la gente sorridente una sensazione di soddisfazione soffiava come una brezza, come se tutti si fossero riappropriati dei propri spazi, del proprio Tempo, dei propri sentieri; potersi fermare a guardare, o a pensare, tutte le volte che si vuole, godersi il viaggio lungo o breve che sia, scoprire i particolari che non si ha mai modo di vedere .. una sensazione di libertà.
Piedi che vanno, piedi che vengono, pedalano, si fermano, riposano, dormono, ballano, piedi scalzi, piedi tutti uguali e tutti diversi. E che fossero i piedi i protagonisti del week-end l’avevamo già capito il sabato sera, sotto uno dei soffitti più belli del mondo, disegnato e colorato da Chagall, dove ballerine e ballerini professionisti, che noi amiamo pensare danzino per loro e non per noi (per dirla come Nureyev), hanno liberato il loro movimento, dando vita ad una musica fatta del rumore dei passi sul palco che incredibilmente si sente tanto quanto la musica dell’orchestra.
Coreografie di Robbins, Balanchine e Millepied (tanto per rimanere in tema) per Les Étoiles, Premiers Danseurs and Corps de Ballet de l’Opera de Paris e musiche di Muhly, Prokofiev e Tchaikovski per la Paris Opera Orchestra diretta da Maxime Pascal, con uno strepitoso violino solista, Frédéric Laroque
QUI alcune altre foto dello spettacolo (foto ©Ann Ray/OnP)