Molte persone mi conoscono attraverso le Scarpe. Sembra una cosa buffa, ma è così che mi è piaciuto raccontare di me e delle mie (piccole) avventure, dei miei viaggi e dei miei pensieri. MOVIMENTO, è il titolo di questo blog, ed è il mio motto. Cosa più di un paio di scarpe può raccontare o scandire il movimento?
L’idea del tenere spirito, fisico e mente in movimento si è materializzata qualche anno fa. Non che prima non ci fosse, ma non mi ero abituato a considerarla come parte integrante di me; e come spesso succede nella Vita, un evento fa una scintilla, e qualcosa diventa più maturo, pronto da cogliere: mi sono innamorato … di un paio di All Star, Chuck Taylor per essere più preciso, e da quel giorno ho iniziato a segnare i miei passi tutti a colpi di Scarpe. Mi sono anche domandato come abbia potuto restare così tanto tempo senza questo Amore! Il colpo di fulmine mi ha accompagnato ovunque, ed ora, insieme a qualche altro paio sta in bella mostra nel mio “Museo”.
La bandiera che mi piace di più è l’Union Jack (non me ne vogliano i fans del Risorgimento Italiano), forse so perché, deve essere qualcosa di molto lontano nel tempo. Viviamo in una città di Mare, navi barche e yacht hanno sempre popolato le nostre banchine, e tante bandiere rosse (non me ne vogliano i miei amici comunisti) penzolavano a poppa, non certo a far propaganda alla Rivoluzione .. la bandiera della Marina Inglese è rossa, con l’Union Jack relegato in un angolo. Me lo aveva spiegato mio papà quando ero bambino, e quel piccolo rettangolo colorato in un mare rosso mi è rimasto negli occhi.
Ragazzo degli anni ’80. Rock, Punk, Heavy Metal .. e ballare al Pop. Come avrei potuto resistere a questo paio dark look intitolato “the Who”. Quando non ho le scarpe sono scalzo … Ma va? mi direte voi .. volevo dire non uso le pantofole. Camminare scalzi dà diverse sensazioni: sono talmente abituato a camminare con una suola sotto ai piedi che, quando non ce l’ho mi sembra di scoprire un mondo nuovo. Una guida che mi ha portato in giro in Sri Lanka qualche tempo fa mi ha “sfidato” a stare scalzo tutto il giorno: “non puoi comprendere tutto quello che vedrai se tieni le scarpe”, mi disse.
Parigi. Quante impronte ci ho lasciato, e che impronte. Scalinate, Metro, marciapiedi, musei, grandi viali e strade strette .. quanti posti da vedere, quanti posti da raggiungere, quanti posti da non lasciare mai. Mi piace Parigi, perché sono in movimento anche se sto seduto su una panchina. Un Francese non metterebbe mai il suo tricolore su un paio di scarpe, questioni di punti di vista come sempre, ma i colori di qualcun altro sì, e così a Parigi ho comprato questa bella interpretazione di stelle e strisce!
E dopo miglia e miglia camminate, volate, percorse anche le scarpe si bucano … e ti guardano con quello sguardo un po’ pietoso: “ti prego, basta, siamo stanche”. E così, via, anche loro nel museo, per lasciare la strada ad un nuovo paio che mi ha regalato Mari, pronte a partire con una interpretazione più classica della bandiera USA. Lavoro per una società americana, diretta per lo più da Canadesi, dove tanti Europei (e non solo) portano il loro contributo; lavoro che mi porta spesso in giro per il mondo. Da ragazzo avevo un sogno, andavo in barca a vela e avrei proprio voluto fare il velaio. Beh, insomma, ce l’ho fatta: ho imparato a tagliare e a cucire, sia a macchina che a mano, ho imparato a guardare una vela che vola e a capirne le qualità, la forma, il profilo, i pregi ed i difetti … e ho imparato anche a farmi l’orlo ai pantaloni!
Il bello di avere amici in tante parti del Mondo è anche poter comprare qualcosa che vendono solo in America e farselo portare in Sri Lanka per poterlo recuperare e portare a casa senza dar lavoro a UPS .. gente abituata alla valigia, che non si spaventa a portare in giro tre paia di scarpe in più .. gente matta (io) per un paio di All Star custom, disegnate a mio gusto, col nome scritto sopra, Gico .. non Superman!! (Superman era un altro, ma mi ha prestato le sue scarpe). Avere amici in tante parti del globo non è bello solo per trasportare scarpe, è bello per vedere come funziona il resto del Mondo, per conoscere le altre culture e quindi capire meglio le cose che succedono, per confrontarmi ed imparare sia dove posso considerarmi migliore che dove devo riconoscermi peggiore.
Santa Claus si è presentato con queste chicche. Particolari, sia nella forma che nel tessuto da cui sono state create. Essere particolari, o non essere anonimi, è quello che serve per cercare di distinguersi. Distinguersi non vuol dire essere migliori, vuol dire dare un colpo di colore a qualcosa di molto monotòno (non monòtono). E’ quello di cui il mondo ha bisogno, che ognuno tiri fuori le sue qualità, le sue particolarità e le sue peculiarità e le usi per fare delle cose. E’ sempre più chiaro (anche se in pochi lo avvertono) che le mete ed i miti da raggiungere non sono più quelli incentrati su $ e € del secolo scorso, ma sono la qualità della vita, la libertà di respirare, il recupero di valori ormai persi come l’onesta convivenza e la fiducia reciproca.
E le mie Scarpe sono ancora più contente se viaggiano in compagnia.