Sono nato a 100 metri da Villa Grock, nel 1969 e lì attorno ho passato tanto tempo della mia Vita. Ricordo Villa Grock negli anni 70 e poi nei primi 80, quando era il fulcro della curiosità di tutti i ragazzini della zona. Sempre chiusa, sempre buia, nessuno sapeva di chi fosse, sapevamo solo che era stata la dimora di Grock, un clown .. nell’ingenuità di bambini ci chiedevamo come fosse possibile che un pagliaccio potesse avere una casa così, vedevamo Grock come uno dei tanti “poveri” artisti dei “poveri” Circhi che transitavano per la nostra piccola Città. Ma quella casa aveva qualcosa di speciale: lampioni colorati, forme stravaganti, una torretta che domina la collina, un parco verde scuro, vetrate di tutti i colori .. e lucchetti arrugginiti che chiudevano i cancelli. Quale posto migliore dove introdursi di nascosto per cercare di scoprire cosa c’era dentro, per cercare di capire perché un Clown avesse una delle case più belle del Mondo. Ma poi la paura aveva sempre la meglio, e quelle finestre buie o quei lampioni spenti, il laghetto immobile o le piante buie che frusciavano nel vento, tutto diventava un po’ tetro, un po’ pauroso, come se il fantasma del Clown volesse difendere la sua dimora. E più la paura cresceva, e più quella casa diventava affascinante, ed interessante.
Sono cresciuto, e crescendo ho imparato chi è stato Grock, ho imparato cosa vuol dire essere artisti, ho imparato che la nostra Città ha delle cose speciali e, tristemente, ho imparato che queste cose speciali spesso e volentieri devono rimanere nascoste. Villa Grock, per 40 anni, si, quaranta, è rimasta chiusa dietro ai suoi cancelli di ferro incatenata nei suoi lucchetti arrugginiti: sono nato a cento metri da Villa Grock e sono potuto entrare a vederne un pezzetto solo dopo 40 anni. Pazzesco. Nessuno è stato ancora in grado di dare a questa dimora il giusto posto nella vita della nostra Città. Nessuno.
E sono costretto a leggere delle dichiarazioni insulse solo perché una (1) persona si è svegliata un venerdì mattina col piede sbagliato e ha deciso di riversare le ragioni dei propri malesseri su un evento tenutosi a Villa Grock. Io c’ero, quel Giovedì: contento di esserci, contento di varcare quel cancello a testa alta, fiero del fatto che finalmente Villa Grock è aperta a tutti, tutti: giovani, anziani, bambini, adulti, adulti-bambini, italiani, stranieri, gay, etero, simpatici, antipatici, amanti dell’Opera e della Techno, Sognatori, singles, coppie, triangoli, sposati e amanti … Entrando ho detto, finalmente qualcosa si muove, finalmente Villa Grock non è solo più un tesoro da scoprire per i pochi bambini del quartiere, è un tesoro da scoprire per tutti. Il sogno si è infranto subito, il mattino dopo. Nel perfetto stile della nostra Città che vuole rimanere indietro rispetto al mondo, che tira fortemente i freni per paura di diventare un Patrimonio del Mondo invece che di pochi eletti. E a noi, tanti, tantissimi, che sognamo una città aperta al Mondo, dove poter vivere e lavorare, che vorremmo essere fieri di dire, io sono Imperiese, non ci resta che allontanarci mestamente, e cercare i nostri sogni altrove, con un’amarezza nel cuore che non riusciamo a curare.
A coloro che si sono lamentati per una tranquilla serata a ritmo di musica moderna che non ha dato un vero fastidio fisico, ma semplicemente un fastidio ideologico ..
A coloro che prontamente hanno raccolto questo raglio ed hanno stoppato una bellissima iniziativa ..
A coloro che vivono rosi dall’invidia quando qualcuno riesce a fare una cosa più bella solo perché accompagnato dalla passione ..
A coloro che non capiscono che dobbiamo valorizzare quello che c’è affinché la comunità cittadina possa trarne vantaggio, tutta ..
A coloro che per far sembrare le proprie cose ben fatte affossano tutte le altre fatte meglio ..
A coloro che non sanno che ogni volta che le persone si incontrano, pacificamente, e parlano, creano cultura, anche se il sottofondo musicale è una musica moderna ..
Cari Signori,
il problema di Imperia non è l’aperitivo musicale a Villa Grock che finisce 15 minuti in ritardo;
il problema di Imperia non è una bottiglia di birra lasciata su un muretto, cosa comunque deprecabile ma che non caratterizza l’intero evento;
il problema di Imperia non è l’equilibrio tra il ludico ed il culturale;
il problema di Imperia non è la musica.
Cari Signori,
guardate la spazzatura abbandonata lungo il ciglio delle strade, o le fogne che scaricano in mare costringendo i turisti a fare il bagno nei liquami, guardate l’edilizia selvaggia che ha deturpato le colline alle spalle della città, guardate i kilometri quadrati di spazi mantenuti inutilizzabili per salvaguardare interessi di piccole lobby locali, guardate il territorio lasciato alla deriva, spiagge che erano gioielli ridotte a piccole pietraie, guardate come sarà deturpato il Parasio, guardate l’incapacità a completare opere necessarie per lo sviluppo, guardate come sono sparite piano piano iniziative ed eventi che portavano lustro alla nostra Città, guardate i negozi che chiudono, e le case da gioco che aprono. È troppo comodo buttare tutto questo sotto il tappeto, e fare i gradassi buttando fuori da Villa Grock un’iniziativa dai caratteri completamente positivi.
Per questo motivo, ho deciso anch’io di scrivere una lettera, da indirizzare a coloro che hanno contribuito a cacciarmi fuori da Villa Grock:
Gent.mi Signori,
Sono nato a 100 metri da Villa Grock, nel 1969 e lì attorno ho passato tanto tempo della mia Vita …..