Mai come oggi, ad Imperia, questa parola è attuale. Portata agli onori della cronaca per qualcosa, in qualunque modo sia andata, veramente indecente.
Sabato ad un amico ho scritto: ” … così poi si possa pensare a lavorare abbandonando questa ridicola campagna elettorale, della quale non se ne può proprio più … “, invece niente, la ridicolaggine continua: perché qui è di questo che stiamo parlando, di cose ridicole. E non mi interessa neanche sapere come sia andata; per Noi, normali cittadini di Imperia, che vorremmo vivere in una città pulita, lavorare per un’economia onesta, costruire (non parlo di edilizia) il futuro e divertirci un po’, goderci quel che rimane del nostro Tempo e lasciarne uno nuovo in eredità ai nostri figli … ecco, per Noi non è importante sapere chi è il deficiente di turno, vorremmo solo che non ce ne fossero, invece, in un modo o nell’altro, ce ne ritroviamo sempre (più di) uno.
Non mi darà nessuna soddisfazione sapere se la testata c’è stata oppure no, non mi darà nessuna soddisfazione sapere se uno è un bugiardo oppure no, non mi darà nessuna soddisfazione sapere chi è il Santo o chi è il Martire. No, nessuna soddisfazione: perché questa storia è la dimostrazione che manca la TESTA. E senza TESTA, non andiamo da nessuna parte.
Da un lato la “ostinazione” di Carlo Capacci a voler a tutti i costi portarsi dietro una persona di poche capacità quale è il nostro ex-Sindaco, sembra quasi solo per dar fastidio al lato Scajolano, un puntiglio che non serve ai Cittadini ed alla Città, una scommessa inutile.
Dall’altro lato accaniti Pdl-Scajolani che l’unica cosa che hanno saputo fare (oltre alle mozzarelle), è stato puntare sullo smontaggio di Strescino, invece di concentrarsi a creare un programma con un po’ di appeal.
Dov’è la TESTA in tutto ciò? Stamattina sono triste, quasi disturbato dall’essere andato a votare ieri. Forse se non l’avessi fatto, oggi non ci andrei.